Descrizione
Intorno all’etimologia del nome Ales, si fanno diverse illazioni, ma è verosimile che corrisponda al sardo Alas (Abas = Ali), nel senso di estremità, che sta oltre, “a is abas de su monti” (ab Alas, in sardo apabas, che oggigiorno significa “dietro”, rispetto a qualche altra località di riferimento, forse Uselis, ma verosimilmente Oristano). Questo avvallerebbe l’origine sardo-romana della villa; restano suggestive altre ipotesi basate su ricerche linguistiche, anche se occorre annotare che la radice AL-, prelatina e di matrice orientale, è presente nella toponomastica riconducibile al periodo nuragico. Il paese è situato, appunto, nell’ala sud della falda orientale del Monte Arci, circondata da colline. Il territorio alerese è dominato dal massiccio vulcanico dell’Arci, formatosi nell’era cenozoica e spentosi nel neozoico (pleistocene). Il punto più alto è a Conca de s’eda (789 m.) a 11 km. dall’abitato. Tra le risorse del monte, l’ossidiana, numerose sorgenti, che permettono il formarsi di vari rii e della cascata Sa spendula. Ai piedi del monte si ergono in cerchio le colline Cuccuru monti ‘e Zeppara (377 m.), Pramandara (sa tanka) (239 m.), Santu Pedru (222 m.), Otzili (223 m.), Su cuccuru de is argiolas (242 m.), Masoi’ ’e cabras (282 m.) e in mezzo vi è Ales, costruita quasi ad imbuto sul degradare di questi colli. Ales confina a nord con Palmas Arborea, Pau, Villa Verde; ad est con Usellus, Albagiara e Gonnosnò; a sud con Curcuris; ad ovest con Morgongiori, Marrubiu, Santa Giusta. Il suo territorio è esteso 29,73 kmq e conta circa 1700 abitanti residenti, ma con una notevole presenza di pendolari. L’uomo si stabilì nel territorio alerese tra il 6000 e il 4000 a.C.; sul monte sono state scoperte, per il momento, ventisei, tra officine e stazioni di raccolta di ossidiana, utilizzata dai primitivi per forgiare utensili ed armi. In località Conca de s’eda, in un sito detto Gemitoriu, sorge un cimitero prenuragico; notevoli tracce di vita preistorica si trovano anche nel vasto affiorimento roccioso di Conca Mraxi. La civiltà nuragica, tra il 2000 e il 700 a.C., è segnata dai nuraghi di struttura complessa in località Gergui e OtziIi e da altri monotorre nelle località Padroriu, Bruncu perda calloni, Pranu Espis, Olinarbus (sa foresta), Cadresa. Il periodo romano è marcato da necropoli in località Is baus, Mori fà, Perda s’altari, Piras. A Otzili, è stato rinvenuto un triclinio in bronzo di età romana; a Padroriu (Bruncu cixiri) vi è una tomba romana scavata su banco calcareo affiorante dal terreno. La storia di Ales è legata all’antica colonia romana di Uselis, fondata intorno all’84 a.C.; il Cristianesimo, che si sviluppò in principio lungo le vie consolari, ebbe certo in Uselis una sua sede vescovile fino al II secolo d.C., ma a causa delle continue insidie cui questa colonia era soggetta, i vescovi si trasferirono ad Ales (ab alas), che divenne la nuova sede episcopale. In che tempo ciò avvenne non è certo: forse intorno al 158, da allora per secoli su Uselis calò il silenzio, o nel 476 quando pare venne distrutta, come pure nei primi anni dell’XI secolo. La prima notizia di un vescovo viene fatta risalire dal Mattei al 348 (Cassiano), più attendibile invece quello di Vincentius (599), menzionato da S. Gregorio Magno. Vescovo di Ales fu certamente Maurus (1147 1182), cui successe Comita Pais, il cui nome e titolo compaiono in un diploma di Barisone del 1182. Allora Ales era un piccolo villaggio raccolto intorno alla chiesa di S. Maria e col passare degli anni si congiunse alla Cattedrale, costruita a circa 500 metri dall’antico abitato, su un colle. Fino al 1410 fece parte del Giudicato d’Arborea, curatoria Parte Usellus, di cui era capoluogo. A circa un km a sud di Ales era situata la villa di Barumeli, scomparsa ai primordi dell’era moderna, nel cui territorio sorgeva l’omonimo castello. Nel 1503 la diocesi fu unita a quella di Terralba, con sede in Ales. La cattedrale di S. Pietro venne costruita più volte a causa di almeno due crolli. Quella che oggi si può ammirare fu costruita nel 1683, sotto la direzione dell’architetto genovese Spotorno: di facciata barocca, ricca di marmi, a forma di croce romana, possiede un vasto tesoro; la cupola è alta 36 metri. Vi sono altre tre chiese: S. Maria è la più antica; esiste un documento che ne testimonia l’esistenza fin dal 1535; S. Sebastiano, fatta costruire nel 1663 dal vescovo Manunta, il frontone, in origine, era a forma di doppia S; Beata Vergine del Rosario, detta ‘Cappelledda’, completata nel 1721, di facciata planare, costruita in calcare verde e giallognolo, con campaniletto a vela. Da segnalare anche il Seminario tridentino (1826), l’Episcopio (1935), il Piano d’uso collettivo a Gramsci di Giò Pomodoro (1977), ed inoltre l’Archivio Storico Diocesano, i cui documenti più antichi, fino ad ora catalogati, risalgono al 1600. Lasciando la S.S. 131 all’altezza di Uras e proseguendo nella S.S. 442, si giunge ad Ales lungo una panoramica che solca il Monte Arci. Ales appare all’improvviso attraverso la sezione del colle di Codina manna. Conserva ancora molto di antico sul piano urbanistico, sia nelle costruzioni, sia in alcune viuzze; abbondano i portali ad arco. Un lungo corso introduce alla Cattedrale. Situata nella regione geografica, ribattezzata Alta Marmilla, Ales è sede di vari organismi uffici e servizi in genere. Vi hanno sede la Comunità Montana, il Distretto Sanitario, il Distretto Scolastico, l’Ufficio del Giudice di Pace, i vari ordini di scuola, compresa quella superiore. Per tutta la prima metà del secolo, gli anziani vestivano ancora ordinariamen¬te il costume: berritta, cropettu e crazonis de arroda per l’uomo, blusa, pabisceddas e gonna prissada per la donna. Il settore economico prevalente è il terziario, seguito dall’attività artigiana, il commercio e l’agricoltura. Ales ha dato i natali ad Antonio Gramsci (22 gennaio 1891), illustre filosofo e politico an-tifascista. Anche se non nativi del posto, sono legate ad Ales le figure di tutti i suoi vescovi, tra i quali emergono Giuseppe Maria Pilo (1761 1786) e Francesco Zannui Casula (1867 1893). L’attuale vescovo è Mons. Giovanni Dettori di Nule.
Le maggiori feste tradizionali sono quelle di S. Maria (8 settembre), S. Sebastiano (20 gennaio), Corpus Domini (festa mobile primaverile), e nella frazione di Zeppara, San Simeone (18 febbraio) e Sant’Antioco (15 giorni dopo Pasqua), tutte culminanti in balli in piazza e divertimenti vari.